Friday, 27 August 2010

FATHER GIULIO TAM NO LONGER A MEMBER OF OCIETY SAINT PIUS X

Fr. Giulio Tam is not a member of Society of Saint Pius X. Fr. Giulio Tam left the society in 2001 according to the FSSPX German website:

In den Medien kursiert augenblicklich eine Fehlmeldung:

"Mit dem Faschistengruß hat der als rechtsextrem bekannte Pater Giulio Tam der erzkonservativen Pius-Bruderschaft (FSSPX) in Italien Aufsehen erregt."Pater Giulio Tam hat die Priesterbruderschaft (FSSPX) aber bereits 2001 verlassen, da unter anderem wegen seiner politischen Ansichten unüberbrückbare Meinungsverschiedenheiten zwischen ihm und seinen Oberen bestanden. Pater Giulio Tam hat die an ihn von den Oberen gestellten Bedingungen nicht erfüllen wollen.Pressedienst der Priesterbruderschaft St. Pius X.

ROMAN CATHOLIC IMPERIALIST

Tuesday, April 28, 2009Fr.
Il lungometraggio «Fratelli d'Italia?» sulle leggi razziali uscirà il 24 aprile

«Scusi, lei sa cos'è il binario 21?»

Giovani discendenti dei deportati della Shoah fermano i passanti: si gira il documentario di Dario Barezzi

«Spaventa il pensiero di quanto potrà accadere fra una ventina d’anni quando tutti i testimoni saranno spariti. Allora i falsari avranno via libera, potranno affermare o negare qualsiasi cosa». Si apre con questa frase di Primo Levi sull’Olocausto il sito Internet www.binario21.org, creato per ricordare il drammatico giorno del 30 gennaio 1944, quando al binario 21 della Stazione Centrale di Milano più di 600 cittadini italiani di religione ebraica, tra cui una quarantina di bambini, furono caricati su un treno e portati nel campo di concentramento di Auschwitz. Una settimana dopo, il 6 febbraio, circa 500 di loro persero la vita nei forni crematori; pochissimi tornarono indietro.

A distanza di oltre 60 anni su quel binario, da cui continuarono a partire «convogli della morte» fino al maggio del 1944, si sta girando «Fratelli d’Italia?», lungometraggio sulle leggi razziali e sulla Shoah prodotto da Moving Image, promosso e finanziato dall’Assessorato alla Cultura della Provincia e destinato alle scuole, ma che potrebbe arrivare anche in tv e nei cinema. Le trattative per la distribuzione sono in corso, per ora l’unica cosa certa è la data di uscita, il prossimo 24 aprile, non a caso alla vigilia della Festa della Liberazione. Iniziate il 23 febbraio, le riprese proseguiranno fino a metà marzo.

A fare da set sia i locali sotterranei del Memoriale della Shoah, sia gli spazi in superficie della Stazione Centrale, freschi di restauro (e quindi riportati com'erano all'epoca) e animati dal consueto via vai di passanti, a tratti coinvolti nell’azione. «Il cast è composto quasi del tutto da discendenti di deportati, giovani che si rivolgono ad altri giovani per condividere l’impegno di far conoscere e di tramandare le vicende legate ai loro cari», spiega il regista Dario Barezzi, videomaker e consulente del reparto di cinematografia scientifica del Cnr di Milano. «L’idea è di mescolare vari tipi di linguaggio, cinematografico, documentaristico, teatrale, senza appoggiarci a una sceneggiatura, ma focalizzando l’attenzione sulle testimonianze dei protagonisti».

«Lei sa che cos’è il binario 21?». In questi giorni gli attori non professionisti del film stanno rivolgendo questa domanda a molte persone di passaggio in stazione. Un espediente narrativo per introdurre i loro racconti, che in un secondo momento saranno montati con immagini di repertorio e filmati d’epoca, con le testimonianze di alcune vittime della Shoah (per esempio Liliana Segre, oggi 78 anni, deportata ad Auschwitz all’età di 13) e con una ricostruzione in 3d dello stesso campo di Auschwitz e dei vagoni su cui venivano trasportati gli ebrei. «In un periodo in cui il negazionismo è dietro l’angolo e in cui persino esponenti della Chiesa arrivano a sostenere che le camere a gas venivano usate per disinfettare – continua Barezzi –, c’è un bisogno terribile di strumenti che aiutino a conservare la memoria di ciò che accadde sotto la dittatura di Hitler, tanto più che i sopravvissuti dell’Olocausto stanno pian piano scomparendo».

Raffaella Oliva

03 marzo 2009(ultima modifica: 09 marzo 2009)

CORRIERE DELLA SERA

DON GIULIO TAM E IL ROSARIO FASCISTA


Don Giulio Tam e il rosario fascista contro l’invasione islamica

PONTEDERA. Un rosario con tanto di benedizione finale «contro l´invasione islamica», preceduto dall´ inno nazionale italiano. L´ha recitato don Giulio Tam (noto anche per avere pregato contro la costruzione di una moschea) davanti a una cinquantina di simpatizzanti di Forza Nuova, che hanno usato riti e simboli cattolici per la battaglia politica contro gli immigrati, mentre corso Matteotti era presidiato da un centinaio di poliziotti e carabinieri. Il tabernacolo con la Madonna, a pochi metri dalla sede del movimento di estrema destra, è stato la prima sosta del sarcerdote invitato per guidare una fiaccolata che è stata vietata dal questore di Pisa per motivi di ordine pubblico.

Shopping blindato ieri, fin dalle quattro del pomeriggio con il centro presidiato dalle forze dell´ordine fino a notte. I giovani dei centri sociali e altri rappresentanti dell´ estrema sinistra e non solo si sono dati a loro volta appuntamento in città per protestare contro l´iniziativa di Forza Nuova. L´attesa del rosario di don Tam – arrivato poco dopo le 22 – è stata scandita dai cori di circa settanta giovani dei centri sociali e di estrazione e cultura antifascista che hanno contrapposto alle preghiere le parole e le note di "Bella ciao" oltre a slogan.

Alla fine Pontedera ha assistito alle richieste del sacerdote, compresa quella di «aggredire un nemico che cerca di distruggerci». «E´ il rosario quella mitragliatrice da 50 colpi per respingere questa civiltà» ha detto, riferendosi agli islamici, il sarcedote – sotto l´abito talare spuntavano scarpe modello anfibio – che vorrebbe unire rosario e manganello. Marzio Gozzoli, coordinatore di Forza Nuova, ha annunciato una stagione di lotta. Oggi dalle 16 alle 20 si replica e molto probabilmente il centro sarà di nuovo presidiato. Padre Tam terrà una conferenza nella sede del movimento. «La fiaccolata era contro la criminalità e il degrado a Pontedera – ha detto Gozzoli – vogliamo istituire un comitato cittadino per la sicurezza che raccolga anche elementi esterni al nostro movimento». Lo sciogliete le righe del prete ha trovato una città quasi deserta, infreddolita, estranea al rito, pronta a interrogarsi su una serata che lascia molte domande, comprese quelle relative ai costi sociali ed economici per la sicurezza e sugli estremismi che minacciano la convivenza civile.

Sabrina Chiellini

VATICANO BLOG

Posted on November 15, 2007 by porno

http://vaticano.noblogs.org/post/2007/11/15/don-giulio-tam-e-il-rosario-fascista-contro-l-invasione-islamica/
A Cremona danneggiata l' auto di un nostalgico. Alla commemorazione presente la figlia di Farinacci

Messa per Mussolini, contestano gli autonomi

L' area presidiata dalle forze dell' ordine. Il vescovo ha vietato di celebrare la funzione a un prete lefevriano

CREMONA
- La celebrazione religiosa di ieri nel cimitero di Cremona promossa dalle organizzazioni neofasciste per ricordare Mussolini, giustiziato i l 28 aprile di sessant' anni fa, poteva finire peggio per l' annunciata contromanifestazione degli autonomi. L' imponente schieramento delle forze dell' ordine ha impedito gravi disordini e i contestatori si sono dovuti accontentare di lanciare qualche petardo e danneggiare l' auto di un nostalgico. La cerimonia, come ogni anno, ha voluto commemorare anche Roberto Farinacci, « ras » di Cremona e fedelissimo del Duce, sepolto proprio nel cimitero cittadino e per questo era presente la figlia Adriana. Ad attizzare le polemiche già la vigilia su un quotidiano era comparso il seguente necrologio: « Muoiono gli uomini, non le idee: camerata Benito Mussolini, presente ! I fascisti cremonesi ricordano nel tuo nome i camerati assassinati » . Per evitare incidenti il sindaco Gian Carlo Corada aveva vietato durante la celebrazione l' esposizione di simboli del regime. Verso le ore 16 una ventina di persone, tra simpatizzanti e re duci, compresi alcuni che hanno militato nella Repubblica sociale, si sono ritrovati, tutti in camicia nera, al luogo previsto per la messa di suffragio. La funzione, in un primo tempo, doveva essere celebrata da don Giulio Tam, un prete lefevriano sospeso « adivinis » , cultore delle memorie di Mussolini e vicino ad Alternativa sociale, il partito della nipote del Duce. Ma il vescovo Dante Lafranconi ha posto il veto e così il compito è stato affidato al cappellano del camposanto, don Oreste Mori. La celebrazione si è svolta senza particolari problemi con le forze dell' ordine a blindare tutta l' area. Ma quando sulla tomba di Farinacci e su quella dedicata ai caduti della Rsi sono state deposte corone di fiori, « ricordo dei camerati cremonesi » , ai cancelli si è presentato un gruppo di un centinaio di autonomi cantando cori e slogan antifascisti. Poi sono stati lanciati dei petardi e, come risposta, dopo la benedizione del sacerdote, i nostalgici attraverso un registratore, hanno diffuso le note di " Battaglione M.", uno degli inni più conosciuti del ventennio. Il momento di maggiore tensione più tardi quando, ancora all' interno del cimitero, ha tenuto la commemorazione Arturo Seidenari, 70 anni, figlio di un consigliere del Duce. Alcuni autonomi, armati di bastoni, si sono avvicinati alla sua auto, parcheggiata davanti al cancello, ne hanno divelto gli specchietti, sfondato i vetri e, staccata dalla carrozzeria l' aquila mussoliniana, l' hanno fatta a pezzi. Il gruppetto, per lo più giovani dei centri sociali, si è poi dileguato ma grazie alle telecamere, la polizia è riuscita a fermare e identificare gli autori della bravata che rischiano la denuncia per danneggiamento. L' anziano neofascista, salendo sulla vettura e accendendo il motore, si è però quasi scusato con gli uomini della questura: « Oggi non posso proprio venire a denunciare quanto è successo » . Più tardi a Parma, infatti, lo aspettava un altro raduno di camicie nere. La scheda IL NECROLOGIO Il 28 aprile su un quotidiano è comparso un necrologio in ricordo del Duce: « Muoiono gli uomini, non le idee: camerata Benito Mussolini, presente! I fascisti cremonesi ricordano nel tuo nome i camerati assassinati » IL SINDACO Il sindaco Gian Carlo Corada ha vietato l' esposizione di simboli o immagini fasciste durante la messa. Ieri erano presenti bandiere della Rsi e camicie nere LA MESSA Il vescovo Dante Lafranconi ha proibito al prete lefevriano Giulio Tam, vicino ad Alternativa Sociale, di celebrare messa. Il compito è stato svolto dal cappellano del cimitero

Silla Andrea

Pagina 53
(1 maggio 2005) - Corriere della Sera

GIULIO TAM - UN ABBÉ LEFEBVRISTE OUVERTEMENTE NEOFASCISTE

(Source photos: la Repubblica)

FN (Forza Nuova), parti d'extême-droite neofascista inaugurait le 27 février son nouveau siège à Bergame (Italie). Un beau cortège d'une centaine de personnes, plutôt casquées ou masquées, n'en faisant qu'une: bras droit tendu et main gauche armée. À sa tête, "Don" Giulio Tam, abbé lefebvriste, un habitué du milieu: le 28 avril 2005, à Cremona, c'est lui qui déjà avait été pressenti pour célébrer la messe-hommage organisée par les néo-fascistes en l'honneur du Duce, Benito Mussolini, pour les 60 ans de son assassinat. "Les hommes meurent, pas les idées" disaient alors les participants nostalgiques. Effectivement. Mais même si cet honneur lui avait échappé, ce proche de Mgr Lefebvre n'a jamais cessé, selon La Repubblica, de "cultiver la mémoire de Mussolini" et d'être un sympathisant d'Alternativa Sociale (puis Azione Sociale) de la petite fille du Duce, Alessandra.

Un prêtre en chemise noire. "Et le prêtre bénit les compagnons de route* avec un salut romain" écrivait encore La Repubblica ce matin, relatant le cortège et ses échaufourrées, mais surtout remarquant la présence de Don Giulio Tam, que le journal décrit comme "menant une troupe para-militaire" peu avare de saluts fascistes dont s'échappe régulièrement le triste et fameux "Sieg Heil!".

Incidents. L'après-midi fut empreint de nombreux heurts avec les "centre sociaux" (généralement plutôt d'extrême-gauche), puis la police. Le tout se clôtura par des incidents en forme de chassé-croisé police/néo-fascistes en plein centre-ville, parfois même au milieu du trafic.

Lefebvriste, ou intégriste, traditionaliste, schismatique,... ?

"Monsieur l'Abbé Giulio Tam, membre de la Fraternité Sacerdotale Saint Pie X", ainsi le dénommait Mgr Lefèbvre dans ses derniers écrits du 4 Mars 1991 (quelques jours avant son décès) où il relevait que "Le Pape (nda: Jean-Paul II) lui-même diffuse désormais sans discontinuer les principes d'une fausse religion, qui a pour résultat une apostasie générale". L'abbé est aussi un pourfendeur notoire de l'Islam, qu'il entend attaquer au "rosaire" (qu'il compare à une "mitrailleuse lourde calibre 50"), et ses sympathies pour Alessandra Mussolini ou "Forza Nuova", dont les slogans se rapprochent de ceux du "FN" français ("Maison et travail aux Italiens", etc) ont clarifié depuis longtemps sa position. On a aussi remarqué qu'il porte parfois des chaussures de militaire sous sa soutane...

Du Vatican, silence, pour l'instant? Benoit XVI travaille depuis 20 ans à la « réconciliation interne au sein de l’Église ». Ce sont d'ailleurs les termes qu'il employa pour justifier la récente libéralisation (ou retour) de la messe en latin. Un prélude à la réintégration progressive et complète de tous les Lefebvristes? C'était déjà le cardinal Ratzinger, alors "préfet de la congrégation pour la doctrine de la foi" (l'ancienne Inquisition), qui négociait en 1987 avec Mgr Lefebvre pour réintégrer ces brebis égarées. C'est ce dernier qui fit échouer le possible accord au dernier moment, et pas le cardinal, qui appelait à la nomination d'un visiteur apostolique comme médiateur: "Il sera demandé à ce visiteur de recueillir des éléments d’information susceptibles de définir les termes d’une régularisation canonique de la Fraternité Sacerdotale Saint-Pie X (...) Le visiteur apostolique aura à répondre directement devant le Saint-Père de l’accomplissement de sa mission. Pour favoriser l’issue de cette mission, il a été convenu qu’une nécessaire réserve serait respectée au sujet de cette affaire."


L'abbé Tam a Chieti avec "FN" (29 Mars 2008)

Négationnisme. La "Fraternité Sacerdotale Saint Pie X", maison-mère du mouvement lefebvriste, avait, elle récemment pris les distances avec l'évêque négationniste Williamson...

Et pendant ce temps-là... "Milano, stazione centrale, binario 21".
À la gare centrale de Milan (un monumental hommage au fascisme realisé par Mussolini), des jeunes interrogent les passants: "Savez-vous ce qu'est le quai n°21?". Non, personne ne le sait. le 30 janvier 1944 en partait un convoi pour Auschwitz. Plus de 600 personnes dont 40 enfants, juifs. Plus de 500 d'entre eux étaient déjà morts 1 semaine après: La république de Salò, siège de la République sociale italienne (derniers avatar du fascisme) en fit partir des convois de la mort jusqu'en mai 1944. Une équipe, quasi-exclusivement composée de descendants de déportés y tourne actuellement un film pour ne pas l'oublier. Le temps passe, les témoins disparaissent, il y a urgence à raconter des histoires honteuses qui n'auront bientôt plus de témoins s'il fallait attendre l'autorisation de pouvoir en parler.

Les hommes meurent, mais pas la mémoire.

-a&c-


* "Camerati": de "cameràta", généralement traduit par "compagnon de route", nom que se donnaient les membres du parti fasciste. Vient de "chambrée" ou "cercle" (membre de).


(Source: La Repubblica (Milano))

LE POST 4-03-2009

AGLIO E CIPOLLA

FATHER GIULIO TAM IN A NEOFASCIST RALLY IN BOLOGNA

Neofascist priest Giulio Tam angers antifascists in Bologna

I first reported on Forza Nuova and their fascist priest Giulio Tam two weeks ago, highlighting their links with the BNP. Last month, Ulster Taig wrote that Tam is a candidate for the Bologna mayoral elections this June.

Now Assemble Anti-Fascista di Bologna reports [any translation errors are the responsibility of Seismic Shock]:

No-one legitimises the neofascists of Forza Nuova

Once again, the police in Bologna have allowed a public Forza Nuova speech, on May 28 at 6:30pm, in Piazza Galvani.

It is well-known that militants and leaders of Forza Nuova have distinguished themselves in Italy with violence, beatings, intimidation, attacks, acts of racism, anti-Semitism and sexism.

In Rimini, on September 25th 2007, the Rimini Forza Nuova group was stopped as it was about to make a squadrista (fascist) attack on the social centre Paz. “Violation of the Anti-Terror Law, kidnapping, possession of weapons and material praising the Third Reich …”: these are just some of the allegations involving eleven supporters and members of Forza Nuova di Rimini, including a provincial leader.

In Bologna, November 15 2008, some militants and a provincial leader of Forza Nuova attacked and savagely beat two students and a student returning from a graduation party in Piazza Santo Stefano, just because of their alternative style. One of the three was struck repeatedly in the face while on the ground, and suffered facial fractures and a pocket of blood behind the eye. He was operated upon in the emergency department of the maxillofacial surgery in Bellaria.

We do not need many more examples of the actions of the neo-fascist Forza Nuova, ready to speculate on any topic in order to spread fear and racial hatred.

However, it should be remembered that on December 1 2008, the municipal council of Bologna adopted a motion that calls on the Interior Minister “to outlaw the political movement Forza Nuova, for reconstruction of the Fascist party and for non-compliance with the rules of the Mancino law, as several leaders and activists of Forza Nuova have been involved more than once in incidents of racist and fascist violence (in Bologna, Rimini, Verona and other Italian cities).”

It should be noted that in other Italian cities public authorities have sought to ban demonstrations by neo-fascist parties. Thus, on 18th May 2009, the Venice City Council a motion that calls upon the chief of police not to authorise the Nazi event announced for May 30th by Fiamma Tricolore and Forza Nuova.

It should be remembered that even the Cardinal of Bologna Carlo Caffarra recently condemned racism and anti-Semitism of the mayor candidate of Forza Nuova, Don Giulio Tam, declaring him “incapable of understanding and wanting to understand.”

It should be remembered that on 28th February 2009, Don Giulio Tam performed the Nazi salute during a demonstration of Forza Nuova Bergamo, between rods, tricolour flags, and slogans like “Hang those who leave” and “Sieg Heil”. After that shameful parade, forty-one neo-fascists have been reported as, among other things, advocates for fascism.

Despite these and other relevant considerations, which cannot be held to be sectarian or extremist, the police of Bologna has always assured, in recent months, crowd space for citizen use by the neo-fascist party Forza Nuova.

While an order bans any self-organised demonstrations from using the historic city centre at weekends, whilst ordinary people are forbidden to even sit on the floor, while the use of truncheons against those who disagree is becoming more ‘normal’, the police of Bologna have, under the pretext of elections, authorised in recent months banquets of propaganda which are blatantly racist and xenophobic. There was no complaint for “incitement to racial hatred.”

The rally of Don Giulio Tam disturbs the civil conscience of this city, encourages squadrista deeds of racist and neo-fascists, restricts the personal freedom of many, and makes the area of Piazza Galvani dangerous.

It is unacceptable that this meeting should be authorised by the police of Bologna in opposition to the widespread feeling of this city: a city that rejects anti-Semitism, Islamophobia, homophobia, racism and sexism; a city that – from the Bologna massacre of August 2 1980 to the Uno Bianca gang – has paid a heavy price for the authoritarian policies of neo-fascists and their ilk in the state apparatus.

SEISMIC SHOCK BLOG

28-05-20009

LUSO-AMERICANO CONDENADO A 17 ANOS DE PRISÃO

Tribunal de Mangualde também põe tio na cadeia

Luso-americano Allan Sharif condenado a 17 anos

O luso-americano Allan Guedes Sharif foi hoje condenado pelo Tribunal de Mangualde a 17 anos de prisão efectiva pelos crimes de burla qualificada, extorsão e branqueamento de capitais que lesaram instituições financeiras de vários países.

Do grupo de oito arguidos deste processo, que começou a ser julgado em Janeiro, apenas foi condenado também a prisão efectiva o tio de Allan Sharif, José Guedes, na pena única de 12 anos, pelos mesmos crimes.

No total, Allan Sharif e seu tio José Guedes cometeram 10 crimes de burla qualificada, nalguns dos casos em co-autoria com os filhos e o genro deste e um amigo da família, Horácio Sousa. Quanto aos 17 crimes de extorsão cometidos, apenas ficou provado o envolvimento do sobrinho e do tio.

Os filhos de José Guedes Nuno, Marisa, Carla e o seu marido Carlos Oliveira foram condenados a um ano e três meses de prisão suspensos por igual período, enquanto à filha Cláudia o tribunal aplicou, em cúmulo jurídico, uma pena de três anos e oito meses de prisão suspensa, mas sob regime de prova. Horácio Sousa foi condenado a três anos de prisão suspensa.

Uma vez que não houve apresentação de queixa, todos os arguidos foram também condenados a pagar ao Estado, solidariamente, 193 278 euros. Allan Sharif terá ainda de pagar ao Estado 96 050 euros e José Guedes 171 661 euros.

O tribunal considerou que os arguidos "não colaboraram de forma à descoberta da verdade", uma vez que José Guedes e Horácio Sousa não prestaram depoimento e os restantes "se limitaram à confissão dos factos já evidenciados por outros meios de prova".

Em declarações aos jornalistas, o advogado de Allan Sharif considerou que, "tendo em conta o que se passou ao longo das várias sessões", a pena do seu cliente foi "demasiado excessiva".

"O acórdão é demasiado extenso, foi lido de forma resumida, vamos analisá-lo", afirmou, garantindo, no entanto, que o recurso é certo.

CORREIO DA MANHÃ 27-08-2010

O PLANO DE COMPRA DO BPP PELA OREY ANTUNES

Banca

Um euro compra dívidas do BPP

Duarte d'Orey propôs a compra do BPP por um euro. Assume passivo, mas seis bancos têm de converter 450 milhões de euros de empréstimos em capital. Diogo Vaz Guedes diz que bens não chegam para pagar aval do Estado

O grupo Orey propôs ontem a compra do Banco Privado Português (BPP) por um euro, assumindo o passivo e activo do banco e de duas empresas da Privado Holding. Duarte d'Orey, líder do grupo, espera agora - para efectivar o negócio - a aprovação do Banco de Portugal e do Governo, já que a operação prevê a conversão do empréstimo de 450 milhões de euros, avalizados pelo Estado, em capital social.

Os seis bancos já terão dado o "acordo tácito" à operação de reconversão da dívida em capital. "A banca recebeu esta proposta com agrado", resume fonte do BPP, adiantando que a "proposta formal" foi entregue ao fim da manhã de ontem no Banco de Portugal, embora o banco central, tal como as Finanças, já tenham, desde há duas semanas, conhecimento informal do desenho da operação. A meio da tarde, Vítor Constâncio referia que ainda não tinha tido tempo para analisar a proposta.

Para os clientes do retorno absoluto, a Orey Financial - o braço financeiro do grupo e autor material da compra do banco - garante o "pagamento da totalidade do capital inicialmente investido", afirma a empresa em comunicado emitido ao final da tarde de ontem, "num prazo compreendido entre cinco e seis anos". Ao mesmo tempo, aos clientes será dado "acesso imediato" a linhas de crédito até 25% do "capital inicialmente investido".

A proposta do grupo Orey para a compra do BPP não prevê a "entrada do Estado português no capital do banco", de acordo com comunicado. Condição que satisfaz Teixeira dos Santos, ministro das Finanças, que, também ontem, deixou claro que rejeitaria a entrada do Estado na estrutura accionista do banco. "Relativamente ao BPP tornamos claro que não é do interesse público que o Estado se transforme em accionista", declarou o ministro das Finanças e da Economia, durante uma visita às instalações fábrica Covilis.

Duarte Orey terá conseguido convencer os seis bancos que emprestaram 450 milhões de euros ao BPP para solver depósitos - Caixa BPI, BCP, CGD, BES, Totta Santander Crédito Agrícola - em participar no capital social do banco de forma "temporária", convertendo o crédito em capital.

A Caixa Geral de Depósitos e o BCP deverão dominar a nova estrutura accionista (foram os bancos líderes da operação, contribuindo, cada um, com 120 milhões de euros no empréstimo), tomando acções com direito a dividendos. Mas a gestão do banco, realça o plano, será controlada por Duarte d'Orey. O banco deverá ainda ser dotado de capital fresco, injectado pela Orey Financial, cuja fonte terá origem num empréstimo avultado junto de um dos bancos subscritores do capital social.

O actual accionista do banco, a Privado Holding, garante que todos - accionistas, clientes e Estado - ganham com a proposta do grupo Orey. A holding, liderada por Diogo Vaz Guedes, "confessa" que num eventual cenário de falência do banco, o aval do Estado teria de ser usado para "ressarcir os bancos credores", já que "o património desonerado seria largamente insuficiente para reembolsar os empréstimos".

O que pensam os clientes do retorno absoluto que se arriscam a encaixar perdas de milhões de euros? Estão divididos entre o "apoio tácito à operação" e uma "expectativa" descrita como "cautelosa", esperando novos dados em relação aos apelidados "depósitos" do retorno absoluto.

Jaime Antunes, líder da Associação Privado Clientes, afirma que "esta solução em comparação com o que existe é boa, mas não é uma solução perfeita", já que "perfeito era receber o dinheiro, congelado há oito meses". A solução do Governo, diz o também investidor e accionista da Privado Holding, "foi abandonar o banco e os clientes".

O advogado Miguel Henrique, da Associação de Defesa dos Clientes BPP, "sem conhecer os detalhes da proposta", afirma, no entanto, que "qualquer negócio está dependente da aprovação dos clientes, a não ser que a parte compradora tenha 500 milhões de euros para injectar e lhes pagar", diz, referindo-se às perdas contabilísticas dos três mil clientes, cuja carteira valia inicialmente 1,3 mil milhões de euros.

por RUDOLFO REBÊLO

11 JULHO 2009

DN BOLSA